Il ragazzo del lenzuolo, anticipo di risurrezione nel cuore della passione
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco (Mc 14,1-15,47)
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire … […] … Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo. […] Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». […] … [Giuseppe di Arimatea] poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.
Entriamo nella Settimana Santa cogliendo dal lungo racconto del Passio secondo Marco qualche suggestione da un personaggio secondario raccontato dall’evangelista.
Il personaggio è l’enigmatico “ragazzo del lenzuolo” che compare, solo nel vangelo secondo Marco, nella scena dell’arresto di Gesù. Chi era? Secondo molti biblisti si tratta di una sorta di firma o di autoritratto dell’autore. Forse Marco narra l’episodio che egli, divenuto discepolo al seguito di Pietro, identifica come determinante per il proprio futuro e che fa di lui un testimone del mistero pasquale.
Sviluppando questa ipotesi, Marco, come intuiamo dalla sua narrazione, è un ragazzo di 10 – 15 anni e figlio di una famiglia sacerdotale benestante legata a Gesù e alla sua comunità, tanto da fornire loro la sala per la cena pasquale, che diverrà poi la prima sede dei discepoli. Quindi l’ultima cena, le apparizioni del Cristo risorto, la discesa dello Spirito Santo, le prime riunioni apostoliche, avvengono, secondo questa teoria, in una casa di proprietà della famiglia di Marco. Anche noi siamo chiamati ad essere testimoni della presenza di Gesù nella nostra vita, degli episodi di croce e risurrezione che cogliamo nel pezzo di storia che sperimentiamo.
Il ragazzo Marco, incuriosito da quel famoso amico di famiglia di origine galilea e dai suoi commensali, li segue di nascosto verso il monte degli ulivi, vestito sommariamente (solo i signori usavano le lenzuola; la grande maggioranza della gente dormiva vestita). Qui, nel trambusto causato dall’arresto di Gesù, viene notato nel suo nascondiglio da alcune guardie, ma sfugge loro, lasciandole con in mano solo il lenzuolo.
Il ragazzo che scappa senza lenzuolo nel freddo della notte (Pietro, poche ore dopo, si dovrà scaldare al fuoco nei cortili dei palazzi dove Gesù viene interrogato) ci può condurre attraverso il mistero pasquale, alludendo al mattino della risurrezione. Quel ragazzo è la vita nuova del Risorto che la forza e la violenza prepotente del potere non può trattenere. Ai soldati di guardia al sepolcro rimarrà in mano solo il lenzuolo che avvolgeva il corpo di Gesù, esattamente come a coloro che vogliono afferrare il ragazzo.
Questa vita nuova e liberante può essere anche la nostra, a patto che, spogliandoci dai veli di una religiosità convenzionale e abitudinaria, torniamo all’essenziale di una spiritualità più evangelica e di un incontro autentico con il Cristo.
Quella domanda sulla vera identità di Gesù che ha fatto da motivo conduttore per tutto il vangelo di Marco comincia a ricevere ora una risposta definitiva: la croce dirà veramente chi egli sia.
card. Gianfranco Ravasi
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Il personaggio è l’enigmatico “ragazzo del lenzuolo” che compare, solo nel vangelo secondo Marco, nella scena dell’arresto di Gesù. Chi era? Secondo molti biblisti si tratta di una sorta di firma o di autoritratto dell’autore. Forse Marco narra l’episodio che egli, divenuto discepolo al seguito di Pietro, identifica come determinante per il proprio futuro e che fa di lui un testimone del mistero pasquale.
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Questa vita nuova e liberante può essere anche la nostra, a patto che, spogliandoci dai veli di una religiosità convenzionale e abitudinaria, torniamo all’essenziale di una spiritualità più evangelica e di un incontro autentico con il Cristo.
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