Riflessione domestica – II dom TN anno C [05/01/2025]

Comunità pastorale delle parrocchie di Chiuro e Castionetto

Riflessione domestica – II dom TN anno C [05/01/2025]

da Parrocchiaponte.it, il sito della Comunità pastorale delle parrocchie di San Maurizio, San Luigi Gonzaga, Santi Matteo e Carlo.

Riproponiamo anche su parrocchiechiurocastionetto.it una iniziativa in collaborazione con la comunità pastorale di Ponte, Sazzo e Arigna: oltre al commento al Vangelo, un semplice sussidio per tutta la famiglia con giochi e riflessioni a partire dalle letture della domenica.

Eccoci qua, un nuovo anno è iniziato e la liturgia in questo periodo così ricco di celebrazioni ci propone l’inizio del Vangelo di Giovanni. Giovanni scrive il suo prologo alla fine del suo vangelo, come se fosse il riassunto di tutta la sua predicazione. Ha scoperto, alla fine del suo percorso di vita, che Gesù è molto di più di quanto avesse sperimentato. Non solo un uomo, un grande credente, un rabbino colmo di sapienza e tenerezza. Non solo il Messia, ma infinitamente di più: è’ la presenza stessa di Dio, il Verbo, la Parola. In principio Dio è comunione, relazione, dialogo al suo interno e questa relazione si è manifestata nella Storia, in quel primo Natale di cui facciamo memoria. Si fa carne, per farsi incontrare, conoscere. Dio è presente ma l’uomo, spesso, è il grande assente. L’umanità non ha rivolto una grande accoglienza alla prima venuta di Dio. C’è poco da festeggiare, insomma, quasi come se si imbastisse una festa in ritardo: Dio viene e l’uomo non c’è. Pochi si accorgono, ancora meno lo accolgono: Maria e Giuseppe, i pastori, i magi, Simeone e Anna la profetessa. Fine dell’elenco. Ma c’è di più ed è all’origine di ogni speranza: la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Davanti al rifiuto dell’uomo, Dio insiste, Dio non si da per vinto, Dio esagera, alza il tiro, offre una soluzione, si dona ancora e sempre. Bello, bellissimo. Se fossi Dio mi sarei già stufato da un pezzo dell’umanità, credetemi. E invece no, non cede. A chi accoglie la luce dona il potere di diventare figlio di Dio, scrive Giovanni. Io sono figlio di Dio, non m’importa essere altro, sono già tutto ciò che potrei desiderare, solo che corro dietro a mille sogni e a mille illusioni pur di ricevere compiacimenti e approvazione. Sono già figlio, solo che non lo so, o non lo vivo e Natale è la presa di coscienza della mia figliolanza, della mia dignità, del fatto che Dio c’è ed è bellissimo. All’inizio dell’avvento dicevo: non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce. Gesù è già nato, ha svelato il volto di Dio, è morto e risorto, ha salvato il mondo e ogni uomo. Gesù è nato e a noi, ora, chiede di nascere nella fede. Si impara a scoprirsi figli, si impara a leggere la propria vita alla luce del Vangelo, si impara a diventare relazione del Verbo, si impara a sperare, si impara a gioire… per scoprire Dio. L’Infinito, che per amore, si è fatto così piccolo da entrare nel grembo di una ragazza adolescente, che ora lo stringe fra le sue braccia. Questo celebriamo, questo crediamo, questo annunciamo, questo viviamo. Teologia pura, che mi converte la vita. Sappiatevi amati, buona domenica.

Per tutti, in particolare famiglie e ragazzi, proponiamo spunti di riflessione e giochi  presi dalla rivista “Catechisti parrocchiali”, potete aprire il file cliccando su: “riflessione e giochi” in fondo alla pagina.